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La bambina

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Aynos's avatar
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La bambina
Era tornata, la vedevo sull'altalena nel piccolo parco davanti all'ospedale.
La bimba sollevò il viso sentendo il mio sguardo su di se.
Mi sorrise, come al solito e io le sorrisi di rimando.
Chinai il capo alla sua muta domanda, lei scese dall'altalena e si avviò verso l'ospedale.
Sospirai e ripensai al sorriso della bambina, mi confortò e ripresi il corridoio.
Lavoravo come infermiera specializzata in un grande ospedale di città nel reparto oncologico malati terminali.
Avevo perso il conto di quante volte aveva visto quella bambina.
Era così bella, due occhi immensi e neri orlati da ciglia scure e lunghissime che creavano ombre premonitrici sulle sue gote pallide.
I lunghi capelli inanellati neri come pece, erano trattenuti sopra la testa da un fiocco immacolato. Indossava una camicetta bianca con uno scamiciato nero di pizzo e organza leggera e il contrasto con la sua pelle innaturalmente pallida era ancora più evidenziato.
Portava una crocetta d'oro al collo che teneva sempre fra le piccole dita affusolate.
Arrivata in fondo al corridoio  controllai il nome sulla mia lista, Lucia Derri, anni 43.
Aveva subito l'ennesimo bombardamento chemioterapico dopo l'asportazione di un tumore al seno.
Le analisi di routine non avevano rivelato metastasi e dall'operazione si auspicava la pronta ripresa, scossi la testa poiché non capivo il senso della sua presenza, ma non spetta me conoscere.
Entrai nella stanza, la donna giaceva nel letto intubata e con gli occhi socchiusi, fissava la finestra.
Parlava con la bambina del parco,  nei suoi occhi si leggeva il terrore.
La bambina sorrideva e le diceva di non preoccuparsi che tutto sarebbe andato bene, la stava confortando.
Lucia mi vide entrare rimase muta durante le medicazioni e la somministrazione dei farmaci per contrastare l'effetto deleterio della chemioterapia.
Infine chiuse gli occhi e mi sorrise, bisbigliando un grazie.
Quando si accorse che la piccola aveva scavalcato la finestra e si era avvicinata mi guardò con apprensione, io le sorrisi di rimando.
La bambina le prese la mano stringendola forte fra le sue, Lucia sorrise e chiuse gli occhi. Per un secondo un alito di gelo le si materializzò davanti alle labbra per cristallizzarsi in un sorriso.
La bambina non c'era più, ma sono così tante volte che viene a prendere i malati terminali che ormai ne ho perso il conto.
Scritto per il contest "Insospettabilità" di :iconartescritta:
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Tazunee's avatar
Ti confesso che questa non è la prima volta che leggo questo racconto... anzi, è stato il primo che ho letto, ma non ho avuto la forza di scrivere un commento... dico solo che mi è venuto un nodo in gola.
Ha richiamato alla mia mente pensieri che con tutte le forze cerco di tenere lontani, non sono ancora riuscita ad elaborarli.

Ecco, questa è una storia che sento molto.
Non credo che ci siano molte persone, che come l'infermiera, riescono a vedere e sentire certe cose che non sono visibili o percepibili a tutti, ma queste persone ci sono...

Purtroppo, io lo avevo già intuito da subito chi fosse quella bambina... non c'è stata sorpresa per me.
La storia è scritta bene, almeno sotto questo aspetto mi piace, sul fatto del tema, dell'insospettabilità, l'altra storia era molto più idonea, leggendo quella, alla fine mi sono cadute le braccia. Peccato, per il fatto che superasse il numero di parole, allenati ancora di più a concretizzare i racconti, ce la puoi fare. :hug: